Gli esperti di archeologia, studiando i reperti trovati presso i valichi della Valle di Tures e della Valle Aurina, hanno stabilito che già nel IX millennio a.C. i primi uomini, cacciatori e cercatori, vi costruirono postazioni provvisorie in cui riposarsi. ...più
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Con la progressione del riscaldamento climatico (preboreale), intorno al 9.000 a.C., nell’arco alpino si estese anche la vegetazione e apparvero i primi uomini: cacciatori e cercatori che si aggiravano stagionalmente tra le montagne, seguendo le loro prede. L’archeologia in Valle di Tures e in Valle Aurina ha fatto scoprire oggetti costruiti con pietre focaie (punte di frecce, lame, falci, trapani primordiali, rastrelli). Per la produzione di oggetti, infatti, veniva usata soprattutto la pietra focaia (selce), spesso proveniente dal Lago di Garda.
In Val Pusteria non è raro trovare monili in cristallo di rocca. Sulle Prealpi del Tux è stata accertata l’estrazione sistematica di cristallo di rocca per la produzione di attrezzi. Negli altopiani della Valle di Tures e Aurina i cacciatori dell’Età della pietra trovarono una straordinaria area di caccia. Lo dimostrano numerosi reperti rinvenuti presso i valichi della zona che indicano, secondo gli esperti di archeologia, per la Valle Aurina e per la Valle di Tures la presenza di insediamenti temporanei tra il 7800 e il 7100 a.C.
I primi insediamenti duraturi in Valle di Tures e Aurina sono riconducibili all’Età del bronzo (2200-800 a.C.). I primi coloni conoscevano il metallo, infatti alcuni scarti di fonderia danno le prove di una probabile estrazione di rame in Valle Aurina. Come prova definitiva del passaggio umano tra i valichi alpini si annoverano resti di scarpe in pelle, calzini e due ganasce di stoffa che i ghiacciai delle Vedrette di Ries hanno ridato alla luce a 2.850 metri di altitudine.