I masi contadini erano in gran parte autarchici, ossia molte delle cose che servivano per vivere venivano prodotte direttamente nel maso stesso. Questo il motivo per cui i contadini divennero anche artigiani nel campo dell’intaglio del legno, della tassidermia, della lavorazione della lana o della produzione di scandole ...più
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Originariamente l’intaglio del legno era solo un passatempo dei pastori; oggi invece è un fiorente settore artigianale. Proprio questo tipo di antico artigianato è il classico esempio di necessità che si trasforma in mestiere. Con la fine dell’attività mineraria nel 1893, in Valle Aurina si cercarono nuove possibili fonti di guadagno. Sempre più contadini e minatori scoprirono l’intaglio del legno come fonte di reddito. Nel 1973 a San Giacomo si inaugurò addirittura una scuola di intaglio del legno.
Ovunque si pratichi l’attività di cacciare animali selvatici esiste anche la volontà di esporre le proprie prede come trofei. Mentre prima l’impagliatura consisteva semplicemente nel riempire il corpo della preda con segatura e paglia, oggi il bravo tassidermista deve vantare conoscenze in campo biologico e chimico.
I contadini dovevano realizzare autonomamente anche l’abbigliamento di cui necessitavano. Per questo motivo la lavorazione della lana aveva un’importanza cruciale. Helene Brusa di Caminata ha studiato i metodi antichi per lavorare la lana e nel suo “museo della lana di pecora” produce con grande cura dei particolari diversi utensili di uso comune con lana nostrana.
Fino a poco tempo fa i tetti in scandole, e quindi anche l’attività di produzione di scandole, erano destinati a scomparire. Poi si scoprì che le scandole in larice possono durare più a lungo nel tempo delle tegole in cemento. La richiesta di scandole crebbe tanto che alcuni produttori artigianali riuscirono a rendere quest’attività autonoma.