A Cadipietra si possono ammirare le grandi edifici color rosso rame, legati alla vecchia miniera di rame di Predoi: le cosiddette “case del commercio”. Nel vecchio granaio è stato allestito un museo minerario che è parte integrante dei musei provinciali delle miniere. ...più
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Le tre antiche case del commercio di Cadipietra
Nell’antica Casa del fattore oggi ha sede il municipio del comune di Valle Aurina. Il fattore della miniera era responsabile per tutte le agende a eccezione del commercio del rame e veniva coadiuvato dal commercialista, che aveva il suo ufficio all’interno della casa del fattore. La casa rimase di proprietà del fattore fino alla chiusura della miniera di Predoi nel 1893. In seguito la struttura venne affittata a diversi richiedenti. Nel 1972 infine l’intera struttura divenne sede del municipio.
Nel 1690 gli imprenditori minerari Sternbach e Tannenberg acquistarono la residenza Gassegg. Essi la adibirono a residenza estiva dei proprietari della miniera. Con il tempo al pianterreno si insediò l’amministrazione forestale dei conti Enzenberg, mentre i due piani superiori funsero da abitazione nobiliare. Si tratta di una struttura molto semplice con base rettangolare e due finestre a bovindo. I locali preferiscono chiamare la residenza “la casa dei conti”.
La trattoria Steinhauswirt dietro alla casa del fattore, il negozio accanto e la Pfisterhaus fanno parte delle case rosso rame di Cadipietra e quindi originariamente di proprietà della Ahrner Handel. Presso la trattoria un tempo si tenevano gli incontri tra gli imprenditori minerari e i minatori. Vi si svolgevano le Hinlassfeste, ovvero occasioni in cui si ingaggiavano i minatori per un anno. Lo spaccio non era un negozio aperto al pubblico; esso serviva solo i minatori. La Pfisterhaus era luogo di deposito di vagoni, stalla per i cavalli e magazzino e lavanderia.
Il museo nel granaio di Cadipietra
La storia del museo nel granaio di Cadipietra è legato alla storia della miniera: nel XV secolo fu costruito un grande deposito per immagazzinare tutto ciò di cui si necessitava per l’attività mineraria. Per molti anni la struttura fu un semplice fienile, solo nel 1700 essa si trasformò nel granaio che si può ammirare ancora oggi. Dopo la chiusura delle attività minerarie nel 1893 il granaio rimase inutilizzato per molti anni, finché nel 1989 fu acquistato dal Comune per essere trasformato in un museo della miniera.
Dal XVII secolo è possibile notare la tendenza degli imprenditori a documentare le varie strutture dell’industria mineraria anche in forma figurata e perfino tridimensionale con quadri, disegni e modelli in legno. La collezione dei modelli in legno comprende circa cento pezzi unici. Si parte dal modello che riproduce l’intera miniera a Rio Rosso, ai modelli delle fonderie, dei forni fusori, degli impianti di arricchimento e via discorrendo. Vi sono poi vari strumenti di misurazione originari dell’epoca, lampade da minatore, campioni di minerale e quasi 400 piantine della miniera disegnate dai topografi nel corso dei secoli. All’interno del granaio, grazie al gran numero di oggetti disponibili, è stato possibile documentare la storia completa della miniera di rame di Predoi. La sequenza dei vari procedimenti dell’estrazione e dell’arricchimento dei minerali ha ispirato i temi delle varie stazioni museali, le quali sono sempre costituite da un mobile rappresentativo e dai relativi oggetti di quel particolare ambiente. I mobili collocati nelle varie stanze richiedono l’interazione attiva del visitatore.